Torino, 18 ottobre 2015
All’Assessore all’Ambiente e al Verde, dr. Renzo
Lavolta
All’Assessore al Bilancio e programmazione, dr
Gianguido Passoni
Al Presidente della VI Commissione Consiliare, dr.
Maurizio Trombotto
Ai Gruppi Consiliari
Agli
organi di informazione
Comunicato Stampa
PARCO MICHELOTTI, PRIVATIZZAZIONE: UN'UNICA OFFERTA, ZOOM!
Il 14 ottobre
in Comune si è proceduto all'apertura delle buste per il bando di gara per la
“valorizzazione” del Parco Michelotti, a cui ha partecipato un solo soggetto,
Zoom, proprietario del “Bio parco” di Cumiana, uno zoo “adeguato” ai tempi.
Dai giornali
apprendiamo che l'Assessore Lavolta si congratula del fatto che Zoom abbia
deciso di partecipare al bando per riqualificare un'area da trent'anni chiusa,
senza menzionare che la responsabilità per la chiusura ed il degrado è del
Comune stesso, che lo ha di fatto sottratto alla fruibilità dei
cittadini, per arrivare a giustificare la necessità di privatizzarlo. Sappiamo
dall'Assessore che, nel corso degli anni, sono pervenute in Comune altre
proposte di riutilizzo, ma queste manifestazioni di interesse non sono state
rese note e discusse e, addirittura, in Assessorato dicono di averne perso le tracce...
E così si è
arrivati all'apertura delle buste con un solo offerente, forse non casualmente,
visto le specificità del bando. E ipotizziamo che l'offerta economica pervenuta
si discosterà di poco da quella base...
Non possiamo
che ribadire la nostra contrarietà ad una concessione per “valorizzare”
un vasto parco urbano, ovvero alla concessione volta ad incamerare
risorse risibili (importo base 58.540 euro/anno, ovvero 1,829 euro/mq), che ci
esproprierà per trent'anni di un bene pubblico, e che renderà invece
molto all'aggiudicatario, se pensa di investirvi - così com'è stato detto - 15
milioni di euro...
Ma quello che
ci preoccupa è che con questo bando si apre la strada a possibili future
privatizzazioni di altri parchi urbani, con la scusa di difficoltà di bilancio
e con lo specchietto delle allodole di una “valorizzazione”, che non comporta
automaticamente migliori condizioni di fruibilità pubblica e gratuita, ma sta a
significare che i parchi devono addirittura “essere messi a rendita”, per
diventare fonte di nuovi introiti finanziari.
Chiediamo con forza che:
–
il parco
rimanga pubblico, e si fermi la tendenza alla privatizzazione dei Beni
Pubblici, osteggiata
dalla maggior parte dei cittadini;
– che il parco sia
gestito dal Comune, eventualmente insieme ad altri soggetti sottoposti a
convenzione che vincoli il rispetto delle alberate, delle sponde e della
libera e pubblica fruizione da parte dei cittadini, e coerentemente con il
contesto in cui il parco è inserito, valutando offerte di altri soggetti nella
partecipazione alla cogestione del parco con criteri che premino la competenza,
la disponibilità e la gratuita delle proposte ai cittadini, con particolare
attenzione alla diffusione delle conoscenze sugli ambiti fluviali e boschivi,
– non vengano
costruiti nuovi edifici nel parco, e chiediamo che vengano abbattute le strutture fatiscenti presenti, così da
rinaturalizzare l'ambito,
– venga escluso
in modo categorico la presenza di animali nel parco, ad eccezione di quelli che
naturalmente già vi abitano e di quelli che vi transitano.
Chiediamo, pertanto, un incontro all'Amministrazione per
ridiscutere di questa importante vicenda, in particolare affinché vengano
affrontati e ridefiniti i termini in cui è stata posta.
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