giovedì 26 ottobre 2017

USO PRIVATO DI PARCO PUBBLICO: REGOLE INFRANTE


Torino, 23 ottobre 2017

Alla Sindaca, Chiara Appendino
All’Assessore all’Ambiente e al Verde, Alberto Unia
All’Assessore Manifestazioni culturali, Francesca Leon
All’Assessora ai Trasporti, Maria La Pietra
All’Assessore al Lavoro, Alberto Sacco
Al Presidente della VI Commissione, Federico Mensio
Al Presidente della II Commissione, Damiano Carretto
Ai Gruppi Consiliari
Agli organi di Informazione

COMUNICATO STAMPA


USO PRIVATO DI PARCO PUBBLICO
Il Valentino ostaggio di deroghe fintamente provvisorie, regole infrante

I firmatari della petizione che chiede il rispetto del regolamento che tutela il Parco storico del Valentino esprimono la loro profonda delusione dopo l’audizione del 17 ottobre scorso che avrebbe dovuto consistere in un confronto tra i tre cittadini primi firmatari e quattro Commissioni Consiliari, la VI, II, III e V.

La Commissione consiliare congiunta è risultata vuota di rappresentanti della parte politica, tranne una fugace presenza dell’assessore all’ambiente, che non ha preso la parola, cosi come non l'ha fatto l'unico dirigente presente.
Non è stata data alcuna risposta alle totali violazioni degli articoli II, III e dei commi 1 e 2 dell’articolo IX, oltre all’inosservanza degli articoli XV e XVI, del Regolamento comunale 275 del 2000, nonché alla violazione dell’articolo 19 delle NUEA del Piano Regolatore Generale.

I pochi consiglieri che hanno preso la parola hanno esordito con una premessa in cui si segnalava che l’annunciato studio di fattibilità di ICIS sul progetto Campus Valentino avrebbe probabilmente  comportato - a progetto realizzato - una pedonalizzazione del parco e di conseguenza la verosimile impossibilità del ripetersi della sua occupazione (attualmente oltre 80 giorni totali) con manifestazioni motoristiche.

Ma la sostanza delle dichiarazioni dei consiglieri è consistita nell’affermare che le manifestazioni hanno più di una ragione per essere collocate all’interno del parco: le esigenze di pari visibilità delle case automobilistiche, che in un luogo chiuso non verrebbero soddisfatte; il valore “culturale” e storico dell’auto a Torino; il gradimento e afflusso di pubblico; il rifiuto degli organizzatori ad andare in periferia. È stata prospettata un’unica azione, assolutamente palliativa, cioè l’intenzione di diminuire gli 80 giorni, ovvero chiedere più rapidi montaggi e smontaggi degli stand.

L’amministrazione difende quindi con forza la scelta di ospitare di nuovo il Salone dell’Auto al Valentino, nel 2018. Anzi annuncia che il parco l’anno prossimo ospiterà di nuovo anche il Salone del Gusto.

I firmatari della petizione e il “Coordinamento dei comitati e delle associazioni ambientaliste per la tutela e la progettazione del verde” ribattono che, anche se si dovesse arrivare a una parziale pedonalizzazione, non vi è certezza dei modi e tantomeno dei tempi. Si tratta perciò di un’elusione  del problema. Inoltre il benessere della cittadinanza non può essere sostituito con quello privatistico dei fabbricanti di automobili.

Non è stato concretamente risposto a nessuna proposta operativa immediata, ad esempio quella di eliminare gli indebiti parcheggi in superficie in Viale Medaglie d’Oro portando automaticamente le auto a occupare gli attualmente deserti 367 posti del parcheggio del V padiglione.

I firmatari e il Coordinamento ribadiscono che le manifestazioni si possono continuare a fare in altre collocazioni - già predisposte e attrezzate - che non mancano, e che il Parco deve cessare di essere avvilito, snaturato e invaso a discapito del suo scopo primario.

In tal senso si continuerà a cercare e chiedere soluzioni concrete e a breve scadenza, reclamando i diritti e i doveri dei cittadini e delle istituzioni.

p. il Coordinamento
Roberto Accornero
Franca Elise

PARCO STORICO NON QUARTIERE FIERISTICO: AUDIZIONE PER VALENTINO






PETIZIONE POPOLARE: VALENTINO PARCO STORICO





CORSO DANTE: PRIMA IL PROGETTO E POI SEMMAI GLI ABBATTIMENTI!

Torino, 2 settembre 2017

Alla Sindaca Chiara Appendino
All’Assessore all’Ambiente e al Verde Alberto Unia
Al Presidente della VI Commissione Federico Mensio
Ai Gruppi Consiliari
Agli organi di Informazione

CORSO DANTE: PRIMA IL PROGETTO E POI SEMMAI GLI ABBATTIMENTI!

In riferimento agli abbattimenti di corso Dante vogliamo precisare:

1) Non si deve intervenire su un'alberata di valore, come quella di corso Dante, che si sviluppa da via Nizza al Po, con abbattimenti sporadici ma di grande impatto, se non vi è già un progetto di rifacimento con chiarezza sulle risorse per una sua ricostituzione

2) Un progetto di rifacimento va presentato e illustrato ai cittadini in via preventiva, per informare adeguatamente su tempi e modalità, prima degli abbattimenti

3) Prendendo atto della criticità di alcuni esemplari abbattuti in termini di stabilità, fintantoché non è stato approvato un progetto complessivo di rifacimento di un viale alberato, chiediamo di verificare se non sia possibile intervenire per ridimensionare gli esemplari considerati "a rischio" attraverso potature e riduzione delle ramificazioni più pesanti.

4) Ammesso e non concesso che l'alberata sia tutta da riprogettare e da reimpiantare, non si possono sostituire gli olmi siberiani con degli alberelli come i peri ornamentali. Ci sono alternative, come ad esempio i carpini, o le querce (vedere corso Rosselli), o altre specie che botanici e forestali potrebbero proporre, adatte all'ambiente urbano, cercando di distinguere tra valore ornamentale e valore ambientale delle diverse tipologie di alberi, che non sempre sono equiparabili

5) Chiediamo di conoscere quanto è stato stanziato, nel bilancio di questo anno per il verde cittadino per la gestione ordinaria, per la gestione straordinaria e per gli investimenti ed inoltre quanto è stato assegnato nel 2017 a favore delle grandi alberate cittadine

Per il Coordinamento
Franca Elise


UN PRIMO BILANCIO DEL TERZO SALONE DELL’AUTO

Torino, 16 giugno 2017

Alla Sindaca Chiara Appendino
All’Assessore all’Ambiente e al Verde
All’Assessora ai Trasporti
Ai Gruppi Consiliari
Al Presidente della VI Commissione
Agli organi di Informazione

UN PRIMO BILANCIO DEL III SALONE DELL’AUTO

Mentre pochi e sparuti operai si aggirano nel fine settimana tra le pedane del Salone dell’Auto, conclusosi lo scorso 11 giugno, procedendo al rallentatore allo smontaggio, che durerà come minimo ancora qualche giorno, occupando i viali del parco del Valentino, è opportuno stilare un primo bilancio degli “effetti collaterali” della manifestazione, ormai alla sua terza edizione. Ribadiamo la nostra totale contrarietà all’occupazione prolungata del parco per iniziative fieristiche e commerciali, e ancor più motoristiche, a maggior ragione dal momento che è stata evidenziata in occasione delle  discussioni sul Salone del Libro la clausola per cui Lingotto Fiere deve dare la disponibilità gratuita
dei suoi spazi alla Città di Torino per ben 50 giorni all’anno, in base alla Convenzione vigente, utilizzata solo in parte.

Evidenziamo alcuni aspetti critici, connessi peraltro con il totale snaturamento di un parco pubblico di valenza storica per iniziative “multitudinarie” di carattere commerciale:

1) Ci sembra veramente risibile la vantata “compensazione ambientale” pari a 5.000 Euro a fronte dell’incremento dei volumi di traffico indotti, delle code in corso Massimo d’Azeglio, nel sottopasso di corso Bramante, in corso Vittorio, e nelle aree limitrofe, con migliaia di auto alla ricerca di  parcheggi inesistenti, per di più in coincidenza con la chiusura del parcheggio interrato del V  Padiglione messo a disposizione gratuita degli organizzatori; a ciò aggiungiamo nel resto della città i rally, le sfilate di auto d’epoca, i raduni motoristici, il Gran Premio Parco Valentino che ha invaso la città fino alla Palazzina di Stupinigi, perfino Motorsport a Villa della Regina, e il blocco della viabilità ordinaria in ampie zone del centro. Al contempo il cortile del Castello del Valentino, liberato dalle auto in un recente passato, diveniva grande area espositiva della Volvo.

2) All’interno degli spazi del Salone dell’Auto non vi è stato il più piccolo tentativo di promuovere la Raccolta Differenziata, tutto è stato versato promiscuamente negli stessi contenitori: vetro, metallo, plastica, carta, legno, organico.

3) La totale promiscuità tra stand commerciali (dal CRAI al Torino Outlet) e stand espositivi, e lo squallore delle bancarelle del cosiddetto “Street Food” su corso Massimo d’Azeglio, colla mescolanza del puzzo di frittura e carne alla brace con il profumo dei tigli in fiore.

4) Lo stazionamento, per tutta la durata della manifestazione, di un gigantesco TIR in viale Virgilio accanto al Laghetto delle Anatre, ai piedi del Giardino Roccioso.

5) La retorica esaltazione della “Grande Bellezza” mentre si inibiva di fatto la frequentazione pubblica di un grande parco storico, proponendolo addirittura come modello (“Sono questi i nuovi Saloni”), cosa che lascia supporre da parte degli organizzatori e da parte dell’Amministrazione Comunale di voler perpetuare ed intensificare tale modello a nostro parere devastante.

6) La distorta associazione tra “mobilità sostenibile”, grazie a qualche auto elettrica collocata o pubblicizzata nel parco, e il Salone dell’Auto, mentre grida vendetta un’altra assurda iniziativa per cui i ciclisti che percorrevano la Ciclovia del Po (Progetto VenTo) venivano accolti sabato scorso in piazza San Carlo dagli stessi organizzatori del Salone dell’Auto.

7) Venerdì notte vi è stato pure un incidente mortale, quasi sottotaciuto, tra via Petrarca e corso Massimo d’Azeglio, in coincidenza con i “test drive”, il che dimostra l’inopportunità della scelta dei luoghi.

Queste, e tante altre contraddizioni e scelte insensate dovrebbero indurre a serie riflessioni per il futuro, così come non può essere accettato il principio per cui gli stessi organizzatori del Salone dell’Auto ”autocertificano” l’affluenza del pubblico, incrementando di anno in anno il numero dei visitatori dichiarati (oltre 700.000!) senza nessun elemento oggettivo di riscontro che non sia il  osiddetto “spannometro”, in una manifestazione a cielo aperto dotata di almeno 4 ingressi “ufficiali” più tanti altri non controllabili.

Per il Coordinamento
Emilio Soave
Franca Elise


Ex galoppatoio militare Parco del Meisino

Torino, 30 maggio 2017

Alla Sindaca, Chiara Appendino
Al Vicesindaco, Guido Montanari
All’Assessora all’Ambiente e al Verde, Stefania Giannuzzi
Al Presidente della VI Commissione, Federico Mensio
Al Presidente Circoscrizione 7, Luca Deri


Ex galoppatoio militare Parco del Meisino
No alla privatizzazione, per un uso pubblico e controllato del Parco

Il terreno in questione trasmesso formalmente dal Demanio militare alla Città di Torino con atto del 18 novembre 2015, seguito da una delibera del Consiglio Comunale del 21 dicembre 2015, dopo anni di non utilizzo è stato inserito nel cosiddetto ‘federalismo demaniale’.
Si tratta di un’area quasi intatta come piccola riserva di naturalità e biodiversità, compresa in una Riserva Naturale Speciale inclusa nelle aree protette del Parco del Po Torinese (ora Collina-Po) e nella Rete Natura 2000, oggetto della Direttiva Habitat e per di più in fascia di pertinenza fluviale a forte rischio idrogeologico.

Per queste sue caratteristiche, il Coordinamento per la tutela del verde condivide le proposte di associazioni di tutela ambientale, comitati locali e cittadini, a diverso titolo interessati alla  salvaguardia dell’ex-Galoppatoio, alla sua sottrazione ad appetiti privati ed alla sua apertura al pubblico.

Chiede
quindi alla Città di non soccombere alla tentazione di “cedere” tutta l’area (inclusi gli  immobili esistenti) ad un soggetto gestore che dovrebbe poi necessariamente operare nell’ottica della “valorizzazione”, al fine di avere un quadro economico sostenibile.

Ma di
1. confermare l’ex-Galoppatoio come zona di “protezione speciale”, naturale completamento del Parco del Meisino, come da tempo previsto, differenziandone la fruizione. Una zona di “protezione speciale” corrispondente alla fascia spondale, zona di nidificazione, e di posatoio di Airone cinerino, Airone guardabuoi Nitticora e Cormorano atta all’osservazione avifaunistica, da chiudere  eventualmente alle due estremità con cancelletti, e accessibile unicamente attraverso visite guidate con accompagnatori naturalistici, unitamente ad una piccola “zona umida” nella parte Nord dell’area, da salvaguardare e/o da ricostituire per la salvaguardia degli anfibi e della vegetazione ripariale.

2. abbattere gli edifici corrispondenti alle vecchie stalle e degli altri edifici utilizzati per le attività dell’ex-Poligono di Tiro (e poi Galoppatoio) -a carico dell’Amministrazione Comunale-salvo il piccolo edificio in mattoni che potrebbe essere recuperato come una sorta di “Centro Visite. Per tale edificio dovrebbe naturalmente essere fatto un bando di evidenza pubblica ai fini del suo recupero, ed essere utilizzato di concerto con l’Ente Parco.

3. abbattere la recinzione di tutta la parte prativa che veniva utilizzata per i concorsi ippici, sul fronte di via Federico Nietsche, lasciando alcuni elementi di “arredo” come nel resto del parco; inibire ogni accesso veicolare, salvo i mezzi di servizio.

4. collocare di una recinzione “leggera” più arretrata, a tutela di una sorta di area di “transizione", con vegetazione arborea ed arbustiva, a fruizione “controllata”, da tutelare anche ai fini della sicurezza e dagli usi impropri (bivacchi, accensione di fuochi, dormitori, etc.), previo un intervento da parte del Servizio Gestione Verde per la semplice pulizia e verifica di stabilità degli alberi di alto fusto.

I costi attuali per l’Amministrazione sono riassumibili nell’abbattimento di buona parte degli edifici e relativa bonifica (si è accertato che gli edifici esistenti non sono oggetto di tutela), collocazione di alcune recinzioni a tutela della “zona di transizione” e soprattutto della zona di “protezione speciale”, e la eventuale messa in sicurezza di alcuni alberi. La manutenzione della parte prativa antistante può essere effettuata con gli stessi criteri del resto del parco del Meisino, incluso il “pascolamento” ove non sussistano alternative.

Per il finanziamento la Città potrebbe per esempio tentare di accedere a fondi comunitari e  ministeriali: come la finalità della rinaturalizzazione, la tutela dell’area di pregio, il fatto che l’area sia non distante dal percorso della ciclovia Ven-To.
Oggetto di una specifica Convenzione (attraverso un bando) potrebbe poi essere la gestione di attività
didattiche e di accompagnamenti naturalistici, che potrebbe abbinarsi (una volta conclusi gli abbattimenti degli edifici inutili e pericolanti) alla gestione di un Centro Visite nell’edificio in mattoni di cui occorre valutare il mantenimento.

Per il Coordinamento
Maria Cariota
Franca Elise


Lo sanno gli Amministratori della Città ? Lo sanno i cittadini?

Torino, 29 maggio 2017

Alla Sindaca Chiara Appendino
All’Assessora all’Ambiente e al Verde, Stefania Giannuzzi
All’Assessora ai Trasporti, Maria La Pietra
Ai Gruppi Consiliari
Al Presidente della VI Commissione, Federico Mensio
Agli organi di Informazione

COMUNICATO STAMPA - LETTERA APERTA
 
SALONE DELL’AUTO AL VALENTINO
Lo sanno gli Amministratori della Città ? Lo sanno i cittadini?

che
- Per il Salone dell’Auto al Valentino da circa 15 giorni sono in corso le grandi manovre per l’allestimento degli stands ampliati fino a 200 mq. ed oltre, e si andrà con i successivi lavori di smontaggio a più di 40 giorni di impatto.

- Tali allestimenti stanno avvenendo senza che ad oggi la Giunta della Città abbia deliberato nel merito: nessuna comunicazione all’albo pretorio; nelle pieghe delle segrete stanze sta forse la determina dirigenziale che, per norma, dovrebbe seguire la Delibera. E’ giusto e legale tutto ciò ?

- L’Ordinanza della viabilità (datata 11 maggio) legata all’evento - che dura 5 giorni, dal 7 all’11 giugno - investe 40 giorni dall’11 maggio al 19 giugno. Lo sanno gli Amministratori che la viabilità è caotica? Che Torino è la città più inquinata d’Italia e d’Europa?

- Il Valentino è tutelato da un Decreto Ministeriale del 1948 che lo definisce, per i suoi valori storici e paesaggistici, “di rilevante interesse pubblico” ; esiste un Regolamento che ne prescrive la pedonalizzazione e le modalità d’uso: è conforme quanto sta avvenendo?

- In questi giorni – assieme ai bimbi che giocano e a chi vi passeggia – si muovono i “muletti” che spostano pesanti tralicci, senza transenne che ne limitino l’ambito di intervento: e la sicurezza del cantiere?

- Previsti ben oltre i 600 mila visitatori della scorsa edizione. Le auto di lusso scorrazzeranno anche in altri luoghi della città e tutti potranno dire quanto sono belle. E’ questa la “vetrina” della nostra città? E’ questa una città “smart”?

- Se Torino vuole comunque riproporsi come sede annuale di una manifestazione espositiva dedicata all’Auto non può farlo in spazi opportuni, senza snaturare un parco storico già gravemente  compromesso e con pesanti problemi manutentivi?

- A favore di chi saranno eventuali ricadute economiche? Di chi vende più panini, di chi ha il ristorante….. poco per gli hotel perché si va e viene per di più in giornata. E per la comunità cittadina?

- Sappiano che il valore effettivo di occupazione di suolo pubblico per un’area così vasta di parco fu quantizzata in 250 mila Euro. Abbiamo sentore che la città sia intenzionata a concedere l'utilizzo del parco del Valentino per circa 1 mese e mezzo in regime di quasi totale gratuità a favore degli organizzatori. A nostro parere potrebbe configurarsi un possibile danno erariale, cedendo a titolo gratuito l'utilizzo di un bene pubblico per un periodo così lungo per un'iniziativa commerciale. Quanti soldi vanno alla città? ZERO. Visti i ”chiari di luna” non sarebbero necessari questi mancati introiti, da riversare sulle molte criticità che la città manifesta? In specie nella gestione del verde pubblico?

Richiamiamo quindi la Sindaca e tutta l'Amministrazione Comunale alle loro responsabilità affinché non vogliano riproporre mai più manifestazioni di questo tipo nel Parco del Valentino.

In allegato: fotografie scattate il 26 maggio 2017.

Per il Coordinamento
Maria Teresa Roli







TERZA EDIZIONE DEL SALONE DELL’AUTO AL VALENTINO


Italia Nostra Torino - Pro Natura Torino - Salviamo il Paesaggio Comitato di Torino 


Torino, 17 maggio 2017

Dott.ssa Chiara Appendino Sindaca del Comune di Torino
Arch. Guido Montanari Vicesindaco del Comune di Torino
Dott.ssa Stefania Giannuzzi Assessora all'Ambiente del Comune di Torino
Dott. Alberto Sacco Assessore al Commercio del Comune di Torino
Ai consiglieri del Comune di Torino
Al presidente della Circoscrizione 8 di Torino
Agli organi d'informazione


TERZA EDIZIONE DEL SALONE DELL’AUTO AL VALENTINO: ANCORA PEGGIO?

Già a partire dal 10 maggio, nei giorni precedenti lo svolgimento della StraTorino, al Parco del Valentino abbiamo visto il montaggio dei primi allestimenti di pedane e strutture metalliche per il Salone dell’Auto che dovrà svolgersi dal 7 all’11 giugno nei viali del parco. Ora un primo “ingresso trionfale” già recinge con le sue strutture metalliche il monumento all’Artigliere, e ben presto un altro sorgerà di fronte al Castello del Valentino, bene tutelato dall’UNESCO; e un allestimento che sembra un grande “meccano” gli farà da cornice. Il Salone quest’anno si annunzia ancora più grande e più invasivo.

Tra allestimento, svolgimento dell’iniziativa, e smontaggio, il principale parco storico di Torino verrà reso in gran parte inagibile per l’uso pubblico per oltre un mese, in omaggio a una grossa iniziativa commerciale rivolta all’auto che farà a pugni con la destinazione pedonale del parco, sancita da norme e regolamenti vigenti. Ci auguravamo che vi fosse una svolta in merito all’utilizzo improprio e incompatibile del più noto parco cittadino, che dovrebbe essere tutelato dal Decreto Ministeriale del 1948, sacrificato ancora una volta per una manifestazione che troverebbe una sua più logica  collocazione al Centro Fieristico del Lingotto, attrezzato e con vasta dotazione di parcheggi, o in alternativa nei vasti spazi di Torino Esposizioni, prima sede negli anni ’50 del Salone dell’Auto, oggi vuoti e inutilizzati, oppure nelle grandi aree di Mirafiori (oggi semivuote).

Tutto ciò, come abbiamo già evidenziato in numerose lettere aperte (l’ultima del 25 agosto 2016), confligge chiaramente anche col Regolamento del parco del Valentino, approvato dal Consiglio Comunale nel 2001, e tuttora vigente; non è stata prevista neppure una “deroga” che dovrebbe essere competenza del Consiglio stesso.
Non troviamo peraltro traccia di atti deliberativi o determine dirigenziali che autorizzino lo svolgimento di un’iniziativa eminentemente commerciale, di promozione di vistose auto di lusso e 2 “sportive”, mentre d’altro canto si parla invece di mobilità sostenibile e di “città camminabile”.

Negli annunzi pubblicitari si esaltano “show rooms” di 200 mq, che “favoriranno l’interazione tra cliente e automobile”, e consentiranno i “test drive”. Eppure il Regolamento del Parco esclude espressamente lo svolgimento di manifestazioni commerciali e motoristiche!
Nelle edizioni precedenti l’Amministrazione Comunale aveva sancito la totale gratuità della concessione del suolo pubblico, con l’esclusione del pagamento della COSAP, e un mancato incasso di circa 250.000 Euro. Eppure si lamenta la scarsezza di risorse da iscrivere a bilancio, e il Verde “piange” per i continui tagli alle spese per la manutenzione ordinaria.

Allora la nostra domanda è: dove sta l’interesse pubblico di questa iniziativa? Perché i parchi cittadini devono essere sempre vittime sacrificali di iniziative che li snaturano? Un parco per essere vivo deve anche ospitare manifestazioni sportive, musicali, ricreative, purché a basso impatto ambientale, ma certo non iniziative commerciali devastanti che attirano decine di migliaia di auto dei visitatori, intasando i corsi e i quartieri circostanti come nel caso di San Salvario, mentre esistono strutture già appositamente attrezzate, senza incrementare ulteriormente la produzione di inquinanti e micro polveri di cui tanto si parla e per cui ben poco si fa. Quando vedremo un’inversione di tendenza da parte di questa amministrazione?

Italia Nostra Torino - Il Presidente (Roberto Gnavi)
Pro Natura Torino -  Il vicepresidente (Emilio Soave)
Salviamo il Paesaggio - Comitato di Torino -  La referente  (Maria Cariota)

ADDIO PER SEMPRE AL PARCO SEMPIONE?

Torino, 27 marzo 2017

All’Assessora ai Trasporti, Maria La Pietra
All’assessora all’Ambiente, Stefania Giannuzzi
Al Presidente II Commissione, Damiano Carretto
Al Presidente VI Commissione, Federico Mensio

ADDIO PER SEMPRE AL PARCO SEMPIONE?

Il nostro Coordinamento, mentre sembrano purtroppo stringersi i tempi dell’avvio dei lavori per l’interramento della ferrovia Torino-Ceres sotto corso Grosseto per collegarla al Passante con la stazione Fossata-Rebaudengo, esprime la più viva preoccupazione per l’impatto che avrà quest’opera sull’alberata di corsoGrosseto (col presumibile espianto di centinaia di alberi) e su ciò che resta del parco Sempione, ad Ovest del Passante Ferroviario.

Per tutto il 2005 e il 2006 le associazioni Pro Natura, Italia Nostra, Legambiente Circolo l’Aquilone, sostennero la lotta del Comitato per la Difesa del Parco Sempione contro la collocazione del cantiere del Passante Ferroviario di Torino (lotto Dora.Grosseto) nella parte Ovest del parco Sempione, che comportava lo smantellamento del parco, l’abbattimento di decine di alberi d’alto fusto, e la costruzione di una nuova stazione di superficie con annessi i relativi servizi, laddove il progetto originario e il P.R.G. vigente prevedevano una semplice fermata sotterranea. Per la collocazione del cantiere esistevano anche aree alternative, che furono scartate. I lavori per la nuova stazione di superficie furono fatti partire alla fine del 2006 senza che fosse neppure approvata la compatibilità e la coerenza urbanistica dei manufatti, e senza che venisse esaminato l’impatto ambientale dell’opera sul parco stesso. La collocazione del cantiere, i lavori del Passante e la nuova stazione di superficie comportavano tra l’altro l’abbattimento di circa 250 alberi, con previsione di possibile trapianto di 63 esemplari, occupando una superficie complessiva di circa 55.000 mq. Raccolte firme, petizioni al Consiglio Comunale, manifestazioni nel parco, interrogazioni in Consiglio Comunale non ottennero purtroppo risultati, e si procedette così alla costruzione della nuova stazione nel cuore del parco Sempione.

I lavori partirono nel 2006 con la generica promessa da parte dell’allora Assessora ai Trasporti M. G. Sestero che, terminati i lavori del Passante, il cantiere sarebbe stato smantellato, il parco ripristinato e gli alberi espiantati sarebbero stati sostituiti. Da allora, e sono passati ormai 10 anni, come si sa, nulla è stato fatto per il ripristino della parte Ovest del parco Sempione, mentre venivano approvati progetto preliminare, definitivo ed esecutivo dell’interramento della ferrovia Torino-Ceres sotto corso Grosseto. La Regione Piemonte, con Determina della Direzione Trasporti del 28.07.2008, escludeva poi la richiesta di sottoposizione a Valutazione di Impatto Ambientale del progetto preliminare dell’interramento della Torino-Ceres sotto corso Grosseto, malgrado le richieste in tale senso pervenute da parte delle sopracitate Associazioni Ambientaliste e di alcuni comitati spontanei, preoccupati per l’impatto dell’opera.

La stessa Determina Regionale del 2008 tuttavia sanciva anche che “le opere di ripristino di aree verdi ed alberate interferite dai cantieri devono essere integrate, prevedendo, quale opera di compensazione, la realizzazione di opere di miglioramento ambientale e fruibilità del Parco Sempione, da condividere con il Settore Aree Verdi della città di Torino”. Nel frattempo, paradossalmente, le stesse “baracche” di cantiere si sono venute consolidando nell’area di via Brenta con varie ipotesi di riutilizzo (compresa l’emergenza profughi), ed ora saranno presumibilmente messe a disposizione del cantiere dell’interramento della Torino-Ceres.

Siamo consci del fatto che l’attuale Giunta ha più volte ribadito la sua contrarietà all’inutile tunnel ferroviario sotto corso Grosseto, opera purtroppo ormai appaltata e aggiudicata da parte della Società di Committenza Regionale, e che è stato richiesto dalla Giunta Comunale di prevedere la sistemazione superficiale del cosiddetto “Viale della Spina” tra corso Grosseto e piazza Baldissera, sull’asse di corso Venezia, per evitare il blocco della viabilità durante la lunga fase di cantiere. Il progetto definitivo di sistemazione è stato approvato “in linea tecnica” dalla Giunta Comunale in data 20 dicembre 2016, ma non ci consta che sia stato previsto alcun intervento di ripristino della parte Ovest del Parco Sempione, che dovrà ospitare nuovamente un cantiere di durata imprevedibile; e non è neppure chiaro a chi competerà il ripristino delle alberature e il recupero del parco stesso.

Sarà a carico di R.F.I., come all’epoca era stato prospettato, oppure a carico dell’A.T.I. che realizzerà l’interramento della Torino-Ceres, oppure a carico della città di Torino? Esiste un progetto per il ripristino della porzione di parco compromessa, oppure i cittadini dovranno rinunciarvi per sempre? Alla fine del cantiere della Torino-Ceres saranno definitivamente smantellate le baracche?

Su questi argomenti chiediamo pertanto un incontro urgente con gli Assessori e con i Settori competenti, al fine di ottenere chiarezza in merito alle domande che abbiamo formulato.

Per il Coordinamento
Franca Elise
Emilio Soave


Residenza via Malta/via Lussimpiccolo

Torino, 28 novembre 2016

UN’OCCASIONE PERSA PER LA NUOVA AMMINISTRAZIONE:
LA RESIDENZA UNIVERSITARIA “DI LUSSO” IN VIA MALTA/VIA LUSSIMPICCOLO

Lettera aperta alla Sindaca di Torino, all’Assessore all’Urbanistica, ai consiglieri Comunali e agli organi di informazione.

Con una delibera del Consiglio Comunale del 7 novembre scorso, con un frettoloso passaggio in Commissione, è stata approvata la scelta di alienare l’area di circa 4.800 mq. situata all’intersezione delle vie Malta e Lussimpiccolo, pervenuta nella titolarità della Città il 23 novembre 1999. La scelta è stata quella di proporre una Residenza universitaria “di lusso”, per incrementarne il valore da introitare. Come è noto si tratta di un’area destinata dal Piano Regolatore a servizi comuni e a verde che, tramontata nel 2012 l’ipotesi di realizzarvi un poliambulatorio dell’ASL To2, sembrava poi destinata all’insediamento di una residenza per anziani non autosufficienti. Dopo due tentativi di vendita andati a vuoto (il secondo con uno sconto del 10%) per mancanza di offerte, alla fine del 2015 l’area ritornava nella disponibilità della città.

Nel corso degli anni quest’area vedeva crescere un forte interesse soprattutto da parte dei genitori degli allievi del complesso scolastico prospiciente, e la formazione di un Comitato spontaneo che, “adottata” simbolicamente l’area (già bonificata e attrezzata a verde), chiedeva che ne venisse garantita la sistemazione definitiva in buona parte a verde attrezzato, pur nel contesto della realizzazione di funzioni di pubblico servizio per il quartiere; il terreno nel frattempo veniva (e viene tuttora) effettivamente utilizzato come spazio verde dalle madri e dai bambini delle vicine scuole. L’auspicio era quindi che la nuova Amministrazione, falliti i precedenti tentativi di alienazione, ripartisse con un nuovo progetto, che mettesse tra le sue priorità la realizzazione di un vero servizio pubblico, in particolare garantendo in parte prevalente la destinazione a verde, in un quartiere come Borgo San Paolo che ne è notoriamente carente, soprattutto in quella zona.

Grande è stata quindi la delusione di fronte alla scelta di riproporre la cessione a privati dell’area in “diritto di superficie” per 99 anni, avendo come base d’asta 1.300.000 Euro, per costruirvi una Residenza Universitaria (che forse ha quasi le caratteristiche di un vero e proprio “Residence di lusso”), lasciando libera solo una piccola porzione di ca. 800 mq., “nell’ambito della quale potrà essere eventualmente realizzata la quota di verde” (sic).
Con grande celerità già il 7 dicembre prossimo si apriranno le buste per verificare le offerte pervenute in seguito al bando di gara.

Riteniamo che, pur in una situazione di bilancio certamente critica per l’Amministrazione Comunale, si sia proceduto ad una scelta sbagliata nella sostanza e nel metodo, che per di più ha escluso a priori il coinvolgimento dei cittadini del quartiere. Non vi era in questo caso nessuna giustificata urgenza di procedere all’alienazione, e si poteva avviare, con una pausa di riflessione, un vero e proprio “progetto partecipato”, secondo le modalità stesse inserite nel programma della nuova amministrazione si dovevano ridefinire le destinazioni e modalità di utilizzo di quest’area, soddisfacendo almeno in parte il fabbisogno di servizi e di verde del quartiere, anziché effettuare una vera e propria forzatura in tempi così stretti.

L’Amministrazione avrebbe dovuto prioritariamente indicare altri immobili dismessi di proprietà pubblica da destinare a residenze universitarie, secondo un piano in cui peraltro quest’area non era stata mai inserita, mentre a poca distanza già è stata costruita la residenza universitaria San Paolo. L’utilizzo di immobili pubblici esistenti è oggetto da molto tempo anche di richieste di gruppi di studenti attivi, che ritengono piuttosto che si debba far fronte al problema del numero dei posti letto di residenze pubbliche, attualmente gravemente insufficiente rispetto agli studenti che ne avrebbero diritto.

Mettiamo in evidenza come tale operazione sia evidentemente non coerente con le Linee Programmatiche della Città (CC n. 03358 del 2016) che prevedono gli impegni di: “tutela e valorizzazione delle aree verdi”, “recupero del patrimonio immobiliare esistente”, “il benessere dei cittadini come priorità”, “ascolto dei cittadini attraverso percorsi partecipativi reali”.

Per questi motivi riteniamo che si sia trattato in questo caso di una vera occasione persa per avviare un nuovo metodo di coinvolgimento dei cittadini nelle scelte sull’utilizzo dei beni comuni, che non può essere soltanto uno slogan elettorale. E ciò non sarà privo di conseguenze negative.

Per il Coordinamento
Franca Elise
Maria Cariota


Bilancio Ambientale Terra Madre-Salone del Gusto

Torino, 17 novembre 2016

All’Assessora all’Ambiente e al Verde della Città di Torino, dr. Stefania Giannuzzi
Al dott. Roberto Burdese, Presidente Onorario Slow Food

Oggetto: Terra Madre – Salone del Gusto 2016: il Bilancio Ambientale

Nello scorso mese di luglio, in un incontro presso codesto Assessorato, e in diverse interlocuzioni col dr. Roberto Burdese e con il dr. Carlo Petrini, avevamo sottolineato l’importanza che avrebbe avuto la presentazione, a chiusura della manifestazione svoltasi in settembre all’interno del parco del Valentino ed in altre zone della città, di un Bilancio Ambientale che contribuisse a valutare il complesso delle iniziative svoltesi e delle loro ricadute sul territorio. Al contempo avevamo manifestato il nostro interesse a partecipare alla sua elaborazione.

Tale Bilancio Ambientale potrebbe essere proposto anche come “modello”, ai fini di valutare l’impatto sul territorio dei cosiddetti “Grandi Eventi”, nell’eventualità di altre iniziative similari nei parchi e nelle altre pubbliche cittadine, o di una eventuale riproposizione nel 2018 della stessa iniziativa in oggetto.

Molti i temi significativi: produzione e modalità di raccolta rifiuti, incidenza sulle emissioni di CO2, ricadute sul verde e sulle alberate, flussi di traffico privato indotti e gestione della sosta, utilizzo dei mezzi pubblici, sostegno a forme di mobilità sostenibile, ed altri temi da individuarsi.

Poiché a tutt’oggi non abbiamo avuto notizia di detto Bilancio Ambientale (che secondo quanto ricordiamo avrebbe dovuto coinvolgere anche esperti del Politecnico di Torino), ci permettiamo di sottolinearne l’importanza, e di sollecitarne la presentazione, coinvolgendo anche le Associazioni Ambientaliste e tutti i soggetti attivi sul territorio.




Lettera con richiesta di moratoria sull'abbattimento di esemplari arborei in città

Torino, 28 settembre 2016

Alla Sindaca della città di Torino, Chiara APPENDINO
All’Assessore all’Ambiente e al Verde, Stefania GIANNUZZI
Al Presidente della VI Commissione consiliare, Federico MENSIO
Ai Gruppi Consiliari
Agli organi di Informazione

Oggetto: richiesta di moratoria sull’abbattimento di esemplari arborei in città

Si sono verificati in queste settimane diversi abbattimenti di esemplari arborei nei parchi e nelle aree verdi della nostra Città, purtroppo senza adeguata informazione rivolta ai cittadini, dal parco del Valentino ai giardini Lamarmora, solo per citare i casi più noti; nel complesso almeno 60 esemplari d’alto fusto nell’arco di poche settimane. E ciò senza contare gli abbattimenti precedenti, come i più di 400 sul Lungo Po Antonelli.

Come già da noi proposto in occasione di un incontro del Coordinamento per la Tutela del Verde con l’Assessora Giannuzzi svoltosi alla fine di luglio, e più volte sollecitato anche alla precedente Amministrazione, dopo l’abbattimento di numerosi esemplari arborei a partire dal 2014, ufficialmente motivati da esigenze fitosanitarie e di sicurezza per garantire l’incolumità dei cittadini, riteniamo quanto mai necessario che si proceda ad una “moratoria” degli abbattimenti eventualmente già programmati, fatte salve necessità urgenti e irrinunciabili con pericoli palesi o in coincidenza con eventi calamitosi.

Occorre a nostro parere fornire pubblicamente, in via PREVENTIVA, la documentazione relativa agli abbattimenti programmati, con possibilità di consultazione preliminare delle schede relative agli esemplari più significativi e relative perizie, da pubblicarsi sul sito del Comune dedicato al Verde, e con l’indicazione dei tecnici di riferimento e delle imprese che effettueranno detti abbattimenti nonché dei responsabili di cantiere. Così come indispensabile ci sembra l’indicazione trasparente delle piantumazioni sostitutive, delle loro tipologie, e delle loro tempistiche, che dovrebbero confluire anche nel Bilancio Arboreo che l’Amministrazione è chiamata a redigere periodicamente.

In attesa della costituzione di una Consulta del Verde Urbano, che potrà coinvolgere i cittadini in modo più sistematico, ci pare indispensabile che venga almeno temporaneamente assunta detta Moratoria.




IL SALONE DELL’AUTO AL VALENTINO SI AMPLIA E DIVENTA ANNUALE?

Torino, 25 agosto 2016

Alla Sindaca della città di Torino, Chiara Appendino
All’Assessore all’Ambiente e al Verde, Stefania Giannuzzi
Agli organi di Informazione

IL SALONE DELL’AUTO AL VALENTINO SI AMPLIA E DIVENTA ANNUALE?

Con vivo disappunto e altrettanta preoccupazione abbiamo letto il Comunicato Stampa del 3 agosto 2016, emanato congiuntamente dal Capo dell’Ufficio Stampa del Comune di Torino e da quello del Comitato Organizzatore del Salone dell’Auto al parco del Valentino, con cui si annunzia già in termini entusiastici la prossima edizione 2017, confermando la “location” all’interno del parco, con ampliamento degli stand fino a 200 mq., mentre altre iniziative concomitanti dovrebbero svol-gersi anche al Lingotto, e in altre zone della città, tra cui le periferie. Il numero dei visitatori, com-putati (non si sa con quale tipo di criterio se non uno “spannometro”) in 650.000, dovrebbe ulte-riormente incrementarsi.

Non è chiaro se, come in precedenza, gli spazi verranno concessi gratuitamente agli organiz-zatori (con un mancato introito di circa 250.000 Euro), e non riusciamo a immaginare gli abitanti delle periferie in estasi davanti all’esposizione in loco di vetture milionarie. Evidenti poi sono stati nelle precedenti edizioni i grossi problemi di intasamento del traffico, come pure i ritardi nello smon-taggio e il lungo abbandono di rifiuti nel parco.

Se Torino vuole riproporsi come sede annuale di una manifestazione espositiva dedicata all’Auto (dai nuovi prototipi, ai carrozzieri, ai centri stile, ai “test drive”), può farlo in spazi opportuni, senza snaturare un parco storico già gravemente compromesso e con pesanti problemi manutentivi. Peraltro queste manifestazioni, con i loro lunghi tempi di allestimento e smontaggio, vengono a limitare gravemente la stessa fruibilità del Valentino in quanto parco pubblico. Torino ha già un vasto quartiere fieristico attrezzato (Lingotto Fiere), le cui tariffe e condizioni di utilizzo, come si è visto per il Salone del Libro, possono essere ridiscusse, magari con una nuova Convenzione; esso si situa in prossimità del Museo dell’Auto, e inoltre potrebbero essere utilizzate a fini espositivi anche le Arcate del MOI, dotate di servizi e parcheggi. Nei pressi del Valentino vi è pure il complesso di Torino Esposizioni, già sede tradizionale del Salone dell’Auto, che potrebbe essere riutilizzato.
COORDINAMENTO DEI COMITATI E DELLE ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE PER LA TUTELA E LA PROGETTAZIONE DEL VERDE

Assolutamente incongrua e inopportuna ci pare la scelta di consolidare il Valentino come “Quartiere Fieristico”, per ospitarvi installazioni invasive per manifestazioni di carattere commer-ciale e “promozionale”, non disponendo di parcheggi e attrezzature adeguate, aggravandone i pro-blemi manutentivi, e confliggendo con le sue caratteristiche di parco storico. Una grande area che dovrebbe essere secondo le norme tutta pedonale verrebbe così, dopo Il Salone del Gusto – Terra Madre, a ospitare ogni anno una manifestazione che palesemente, nell’esaltazione dell’Auto milio-naria e del “lusso”, dovrebbe avere sedi più opportune. Pessimo esempio in una città che potrebbe essere un modello di “mobilità sostenibile”.

Il Valentino è tutelato da un Decreto Ministeriale del 1948 che lo definisce per i suoi valori storici e paesaggistici “di rilevante interesse pubblico”, ed ospita al suo interno il Castello del Valen-tino riconosciuto come sito dell’Unesco, “core zone” e “buffer zone”, già stravolto nelle precedenti edizioni. Per tali motivi le Associazioni Ambientaliste si sono già appellate nello scorso mese di mag-gio al Ministero dei Beni Culturali e a tutti gli organismi competenti affinché venga esercitata la tutela prevista dalle normative vigenti, e continueranno a insistere perché il parco del Valentino non venga sistematicamente stravolto, e ne venga rispettato il Regolamento d’uso senza continue “de-roghe”. La scelta della nuova Amministrazione ci sorprende anche per il fatto che, nel programma del Movimento 5Stelle per la Circoscrizione Ottava, tra le priorità era espressamente indicata la completa pedonalizzazione del parco del Valentino.

Ci attendiamo dalla nuova Amministrazione appena insediata una maggiore attenzione per il maggior parco storico cittadino, che da anni meriterebbe un progetto ampio di manutenzione e di restauro, e ci aspettiamo ancora un confronto e una più attenta riflessione, prima di consolidare una scelta “fieristica” che riteniamo sbagliata logisticamente e urbanisticamente, oltre che grave-mente compromissoria per il verde e il paesaggio urbano.

COMUNICATO STAMPA: Mai più al Valentino!

Torino, 5 settembre 2016

Alla Sindaca della città di Torino, Chiara Appendino
All’Assessore all’Ambiente e al Verde, Stefania Giannuzzi
All’Assessore ai Trasporti, Maria La Pietra
Ai Gruppi Consiliari
Agli organi di Informazione

COMUNICATO STAMPA

Mai più al Valentino!

Il Coordinamento del verde vuole portare l’attenzione sull’uso e sugli abusi nella gestione del verde cittadino.

Oggi si allestisce la manifestazione Terra Madre - Salone del Gusto e domani si reitera il Salone dell’Auto permettendo con tali manifestazioni che si intervenga massicciamente nel più importante Parco cittadino, sottraendolo di fatto per diverse settimane all’utenza pubblica. Inevitabili le ricadute di ‘consumo’ del luogo, prodotto dal grande afflusso previsto, senza peraltro garanzia di ripristini e miglior gestione, mentre prosegue la triste conta degli alberi abbattuti.

Rigettiamo l’uso del Valentino come ‘Polo Fieristico’ perché è il Parco cittadino per eccellenza, per qualità di ambiente naturale, costruito storico, bellezza, respiro. Perché il suo uso improprio ha una pesante ricaduta negativa anche nell’incremento dei volumi di traffico in una zona prossima al centro storico e senza una adeguata dotazione di parcheggi, all’interno di una città tra le più inquinate d’Italia. Perché vorremmo il Parco curato, pedonalizzato, agibile per tutti in ogni giorno dell’anno.

Incomprensibile che si accentrino tali manifestazioni nei luoghi di maggior pregio, anziché in aree già appositamente attrezzate e sottoutilizzate, ovvero in ambiti urbani più consoni che ne risulterebbero vivacizzati.

Incomprensibile peraltro che l’Amministrazione cittadina sottragga al bilancio comunale, gravemente carente specie nel capitolo di spesa della gestione del verde, risorse che potrebbero essere opportunamente utilizzate per la manutenzione del Parco. Per di più la Città cede pure gratuitamente la totale occupazione del Parco e le circostanti aree a parcheggio per iniziative di carattere commerciale, senza neppure introitare il canone per l’occupazione di suolo pubblico, la COSAP, come da delibera dello scorso marzo della precedente Amministrazione, che paventiamo venga estesa al Salone dell’Auto del 2017.

Chiediamo che ogni ambito di verde urbano sia restituito ai cittadini, senza le compromissioni di gestioni privatistiche, come invece si rischia per il Parco Michelotti dove è stato promesso ad una società di farne un inusitato ed inopportuno zoo, a pagamento.

Chiediamo la revoca immediata del riconoscimento della qualifica del Parco del Valentino quale Quartiere fieristico internazionale (delibera 1 marzo 2016) e precise garanzie che il Parco del Valentino – come tutti gli altri parchi - venga riconosciuto e rispettato in quanto Parco Pubblico.

Chiamiamo la nuova Amministrazione cittadina a corrispondere alle attese con cui si è proposta a condurre la nostra Città.



Richieste per il bilancio di previsione del 2017

Torino, 13 marzo 2017

RICHIESTE PER IL BILANCIO DI PREVISIONE DEL 2017 DEL COMUNE DI TORINO NEL CAPITOLO VERDE URBANO

Lettera aperta alla Sindaca della città di Torino, all’Assessora all’Ambiente, ai Gruppi Consiliari agli organi di informazione.

Il verde urbano non è un “ornamento” della città, ma un bene primario, per cui riteniamo che  occorrano risorse adeguate ai fini della manutenzione ordinaria, che deve avere una regolarità di finanziamento annuale senza essere sottoposta a tagli periodici e a contrattazioni ogni qual volta si annunciano “aggiustamenti” di bilancio.

La scarsità di risorse assegnate alla manutenzione ordinaria fa sì che molte aree verdi minori, giardini e parchi si degradino progressivamente, finché occorrono poi interventi di manutenzione straordinaria, con gare di appalto annuali o triennali, complesse da imbastire e che comportano comunque l’accensione di mutui, con CDP o con altri Enti. Invece per quanto riguarda la Manutenzione Ordinaria vi è stato un calo progressivo delle risorse assegnate al Settore (oggi Servizio) competente.

I dati sono drammatici: si è passati dalla cifra di 6 milioni 700.000 Euro nel 2008 ai 3 milioni nel 2014, malgrado le proteste dell’Assessore competente dell’epoca, che richiedeva di mantenere almeno le risorse del 2012 di fronte alla richiesta di tagliare altri 380.000 Euro. Ma nel 2015 le cose non vanno meglio, e vengono iscritti a bilancio 2 milioni 500.000 Euro per la Manutenzione  rdinaria del Verde, dopo un taglio minacciato di 600.000 Euro. Con l’occasione il nostro Coordinamento  veva scritto una Lettera Aperta, in data 17 luglio 2015, protestando per i tagli richiesti dall’Assessore  al Bilancio dell’epoca.

Da allora è continuato il taglio delle risorse: si è così arrivati nel Bilancio 2016 all’assegnazione di 1.800.000 Euro, mentre il “minimo sindacale” sarebbe di almeno 2.700.000 Euro all’anno.
Nel 2015, in una Commissione Consiliare, il Servizio competente documentava nel triennio 2012-15 l’abbattimento di 5.440 alberi e solo 2.930 alberi di nuovo impianto. La delibera del 21 ottobre 2015 (interventi ancora in corso) comporta a quanto ci consta l’acquisto di 2.000 piante in un programma  triennale. Ma ogni anno vengono abbattute circa 1.500-2.000 piante, e quindi la forbice, malgrado le risorse stanziate, è destinata ad allargarsi, anche perché (come dichiarano i competenti Servizi) il tasso di invecchiamento e di usura delle alberate (soprattutto per lavori, cantieri stradali, scavi per sottoservizi) si viene accentuando.

Di fronte a questa situazione sempre più critica la nostra richiesta è che per la Manutenzione Ordinaria al competente Servizio vengano assegnate nel 2017 risorse non inferiori ai 4 milioni di Euro, cifra comunque assai inferiore a quanto necessario (ricordiamo i 6.700.000 Euro del 2008!); e che una cifra di pari importo venga destinata ad interventi di manutenzione straordinaria, accendendo mutui specifici, per compensare almeno in parte il “gap” che si è approfondito in questi ultimi anni,  anche per il calo progressivo del numero dei giardinieri, che si è dimezzato in questi ultimi anni.

Occorrerebbe, inoltre, maggiore trasparenza e rigore nell’utilizzo degli Oneri di Urbanizzazione, affinché sia possibile verificare in quale percentuale della spesa corrente questi siano destinati ad interventi di manutenzione ordinaria del verde pubblico, come previsto dalla normativa in vigore. In ogni caso va a nostro parere evitato che la Manutenzione Ordinaria del verde sia dipendente dagli Oneri di Urbanizzazione, che sono per definizione aleatori e derivanti da interventi non ripetibili.
Ciò senza dimenticare la necessità di un rafforzamento degli organici e del personale tecnico,
ritornando preferibilmente a riunificare sotto un’unica regia i settori Gestione Verde e Grandi Opere
del Verde e che al Verde Gestione venga destinato un Dirigente.

Per il Coordinamento
Franca Elise
Reno Giorgi


Area ex Nebiolo- Westinghouse

Torino, 5 dicembre 2016

In barba alle promesse, si vende un giardino senza coinvolgere Quartiere e Cittadini

Lettera aperta alla Sindaca di Torino, all’Assessore all’Urbanistica, ai gruppi Consiliari e agli organi di informazione.

Nell’ottobre 2015 comparvero sui quotidiani torinesi i primi rendering dello sciagurato progetto per costruire un Super-Centro Congressi e l’ennesimo Super-Mercato sull’area ex Nebiolo-Westinghouse, e purtroppo anche sul Giardino degli Artiglieri da Montagna; la soluzione prospettata disattendeva tutte le osservazioni e proposte di modifiche presentate in precedenza da molti cittadini, che avevano dato vita ad un comitato di residenti cui aderirono in forma molta attiva alcuni degli attuali Consiglieri del Movimento 5 Stelle, che allora sembravano avere a cuore le istanze dei cittadini.

Ora si apprende dai quotidiani che, nonostante la spada di Damocle della sentenza che il TAR deve ancora emettere a seguito di un ricorso, la “nuova Amministrazione” penta-stellata intende ratificare il vigente Accordo DPRG84/2014 - Terza Modifica all'Accordo di Programma tra la Regione Piemonte e il Comune di Torino al fine di riqualificare il tessuto urbanistico, edilizio ed ambientale delle aree Lancia, Framtek, Spina 2 , con la riproposizione, pari pari, di tutte le scelte scellerate già  puntualmente contestate e in particolare:
- un rilevante incremento dei volumi edificabili e delle “attrezzature di interesse generale”,
- l’abbattimento di molti alberi del giardino Artiglieri di Montagna,
- la distruzione del 50% dell’area verde in piena terra per ricavare parcheggi
in spregio alla conclamata volontà di porre fine al consumo di suolo e con la certezza che le “nuove aree verdi” siano ridotte a misere solette.

I cittadini chiedevano che, nel rispetto del Decreto di Tutela per gli edifici, le alberate e il paesaggio, venissero mantenute al 100% le aree in piena terra, poiché la Circoscrizione 3 è già fortemente penalizzata rispetto alla dotazione di verde pubblico; contestavano inoltre le motivazioni con cui il Comune autorizzava, rispetto agli standard, un rilevante incremento della volumetria edificata e delle  osiddette “attrezzature di interesse comune” che non rivestono alcun interesse pubblico e non hanno alcuna rilevanza a fini sociali.

Non si capisce la fretta nel definire l’Accordo: il termine di proroga di 180 giorni scadrebbe il 20 dicembre 2016 e sarebbe ulteriormente dilazionabile su richiesta del Comune in attesa della sentenza del TAR.

Non si capisce la fretta di iscrivere a bilancio le relative risorse economiche, col rischio che la sentenza del TAR invalidi tale decisione.

Non si capisce perché sia stata scartata la scelta tecnica di costruire i parcheggi dell’eventuale nuovo centro commerciale sotto via Borsellino anziché nell’area verde in piena terra.

Non si capisce neppure perché non sia stabilito di realizzare prima il Centro Congressi, se davvero è strategico, rispetto al centro commerciale.

Poco più di un anno fa venne diffuso un comunicato che potrebbe oggi essere replicato integralmente; resta immutato lo sconcerto più volte espresso dai cittadini, che dopo il cambio di amministrazione  ono tuttora in attesa della risposta alla questione di base:


È dunque questa la considerazione per i cittadini dimostrata

dalla classe politica che governa questa città?

Per il Coordinamento
Nico Miletto
Franca Elise