venerdì 15 aprile 2016

Comunicato stampa: PARCO MICHELOTTI, PRIVATIZZAZIONE: UN'UNICA OFFERTA, ZOOM!


Torino, 18 ottobre 2015

All’Assessore all’Ambiente e al Verde, dr. Renzo Lavolta
All’Assessore al Bilancio e programmazione, dr Gianguido Passoni
Al Presidente della VI Commissione Consiliare, dr. Maurizio Trombotto
Ai Gruppi Consiliari
Agli organi di informazione

Comunicato Stampa

PARCO MICHELOTTI, PRIVATIZZAZIONE: UN'UNICA OFFERTA, ZOOM!

Il 14 ottobre in Comune si è proceduto all'apertura delle buste per il bando di gara per la “valorizzazione” del Parco Michelotti, a cui ha partecipato un solo soggetto, Zoom, proprietario del “Bio parco” di Cumiana, uno zoo “adeguato” ai tempi.
Dai giornali apprendiamo che l'Assessore Lavolta si congratula del fatto che Zoom abbia deciso di partecipare al bando per riqualificare un'area da trent'anni chiusa, senza menzionare che la responsabilità per la chiusura ed il degrado è del Comune stesso, che lo ha di fatto sottratto alla fruibilità dei cittadini, per arrivare a giustificare la necessità di privatizzarlo. Sappiamo dall'Assessore che, nel corso degli anni, sono pervenute in Comune altre proposte di riutilizzo, ma queste manifestazioni di interesse non sono state rese note e discusse e, addirittura, in Assessorato dicono di averne perso le tracce...
E così si è arrivati all'apertura delle buste con un solo offerente, forse non casualmente, visto le specificità del bando. E ipotizziamo che l'offerta economica pervenuta si discosterà di poco da quella base...
Non possiamo che ribadire la nostra contrarietà ad una concessione per “valorizzare” un vasto parco urbano, ovvero alla concessione volta ad incamerare risorse risibili (importo base 58.540 euro/anno, ovvero 1,829 euro/mq), che ci esproprierà per trent'anni di un bene pubblico, e che renderà invece molto all'aggiudicatario, se pensa di investirvi - così com'è stato detto - 15 milioni di euro...
Ma quello che ci preoccupa è che con questo bando si apre la strada a possibili future privatizzazioni di altri parchi urbani, con la scusa di difficoltà di bilancio e con lo specchietto delle allodole di una “valorizzazione”, che non comporta automaticamente migliori condizioni di fruibilità pubblica e gratuita, ma sta a significare che i parchi devono addirittura “essere messi a rendita”, per diventare fonte di nuovi introiti finanziari.
Chiediamo con forza che:
      il parco rimanga pubblico, e si fermi la tendenza alla privatizzazione dei Beni Pubblici, osteggiata dalla maggior parte dei cittadini;
      che il parco sia gestito dal Comune, eventualmente insieme ad altri soggetti sottoposti a convenzione che vincoli il rispetto delle alberate, delle sponde e della libera e pubblica fruizione da parte dei cittadini, e coerentemente con il contesto in cui il parco è inserito, valutando offerte di altri soggetti nella partecipazione alla cogestione del parco con criteri che premino la competenza, la disponibilità e la gratuita delle proposte ai cittadini, con particolare attenzione alla diffusione delle conoscenze sugli ambiti fluviali e boschivi,
    non vengano costruiti nuovi edifici nel parco, e chiediamo che vengano abbattute le strutture fatiscenti presenti, così da rinaturalizzare l'ambito,
     venga escluso in modo categorico la presenza di animali nel parco, ad eccezione di quelli che naturalmente già vi abitano e di quelli che vi transitano.
Chiediamo, pertanto, un incontro all'Amministrazione per ridiscutere di questa importante vicenda, in particolare affinché vengano affrontati e ridefiniti i termini in cui è stata posta.

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