Torino, 26 luglio 2016
TERRA MADRE/SALONE DEL GUSTO 2016 AL VALENTINO:
“COORDINAMENTO PER LA TUTELA DEL VERDE” di TORINO
MAI PIÙ IL VALENTINO COME QUARTIERE FIERISTICO
1. Nessuna prevenzione contro Slow Food e Terra Madre in quanto tali, ma occorre ripensare il modello. Quest'anno ci troviamo con scelte già effettuate dalla precedente Amministrazione, con la collocazione di un’iniziativa di grande portata al Parco del Valentino, che ne sarà "occupato" per oltre un mese, con snaturamento del parco e pesanti impatti sulla viabilità, sui parcheggi e, non ultimo, sull'intero quartiere, con molte incertezze ancor oggi sulla gestione della logistica della ma-nifestazione. Possiamo ragionare quindi solo sulla "mitigazione" degli impatti...
2. Il parco del Valentino è strutturalmente inadatto per ospitare grandi manifestazioni fieristiche: ricordiamo che è un parco storico, tutelato con Decreto Ministeriale, tant'è che la Giunta Fassino ha dovuto assumere un provvedimento ad hoc che lo identifica come "quartiere fieristico" internazionale, pur non disponendo dei servizi e delle strutture adatte, e non avendo dotazione di parcheggi salvo il V Padiglione, con pesanti ricadute sul quartiere. Slow Food con questa Delibera fa, di fatto, da "apripista" allo snaturamento di un parco già in parte compromesso, e ad altri prov-vedimenti similari. Torino in effetti ha già un suo specifico Quartiere Fieristico (la vasta e presti-giosa area di Palazzo Nervi - Torino Esposizioni-, il complesso del Lingotto), perchè crearne artificio-samente un altro? Tante strutture quindi avrebbero potuto ospitare il salone (tra queste anche il MOI, attualmente inutilizzato e un tempo grande mercato ortofrutticolo all’ingrosso), evitando di compromettere il parco.Tale utilizzo sottrae il parco alla sua vocazione ultraconsolidata a discapito della popolazione, cui viene impedito, per un lungo periodo dell’anno, di continuare a beneficiare di questo formidabile, meraviglioso “polmone verde” cittadino, che non è solo luogo che consente molteplici possibilità di svago e via di collegamento attraversabile da chi – anche per lavoro - va e viene dal centro a piedi o in bicicletta, senza dover affrontare traffico e inquinamento, ma è fonte di benessere indispensabile per i cittadini, spesso l’unica per le fasce economicamente o fisicamente più deboli.
PROPOSTE SULLA MITIGAZIONE DEGLI IMPATTI
3. Per quest'anno si può lavorare in prevalenza sulla mitigazione degli impatti:
- MOBILITÀ: una grande campagna preventiva affinchè il parco venga raggiunto solo con i mezzi pubblici, e con navette che sfruttino i parcheggi di interscambio già esistenti (Stura, Caio Mario, Venchi Unica). Tale indicazione va evidenziata in tutte le campagne informative che faranno Slow Food e la Città, dicendo a chiare lettere "lasciate a casa la macchina, al Valentino ci si va solo a piedi e con i mezzi pubblici".
- RIFIUTI: il tema della produzione di rifiuti va opportunamente trattato, monitorando quantità e tipologie di rifiuti prodotti, e loro smaltimento.
- INQUINAMENTO LUMINOSO e ACUSTICO: anche questo tema va opportunamente trattato, escludendo manifestazioni rumorose che comportano "deroga" ai Regolamenti vigenti.
- BILANCIO AMBIENTALE: sarebbe opportuna la realizzazione di un Bilancio Ambientale consuntivo della manifestazione, che permetta di quantificare la pressione complessiva esercitata sull’ambiente: energia consumata, CO2 immessa in atmosfera, impatto acu-stico e luminoso, traffico indotto e utilizzo dei parcheggi, ricadute sul quartiere, ecc.
Prima della realizzazione del Bilancio, potrebbe essere consultato il Coordinamento per la Tutela del Verde, magari attraverso un tavolo tecnico, per predisporre insieme gli in-dicatori che dovrebbero essere presi in considerazione. - POST-MANIFESTAZIONE: attenzione particolare va posta anche per quelle aree dove il recupero dei rifiuti è più difficile, es. le aree “prative” e dove il ripristino a fine manife-stazione è essenziale anche per la sicurezza (il recente Salone dell’Auto con le strade del Valentino piene di chiodi e quant’altro insegna). Dev’essere garantito un allestimento e disallestimento veloce e in piena sicurezza.
LOGISTICA: i furgoni degli espositori devono essere ospitati nel V Padiglione, e non oc-cupare spazi circostanti il parco, tantomeno il viale pedonale di corso Massimo d’Aze-glio, anche per questioni di sicurezza.
- qualche intervento di miglioramento del parco, donando nuovi alberi, rifacendo qual-che manto erboso deteriorato e costipato; oppure ad esempio lanciando pubblica-mente una raccolta di fondi per il restauro della cancellata storica dell'Orto Botanico dell'Università, sostituito da una orrenda barriera di lamiera zincata e verniciata (l'Orto Botanico ospita tra l'altro il giardino dedicato alle piante officinali, da far conoscere)
- sarebbe importante il lancio (da parte del Coordinamento del Verde, con il sostegno di Slow Food) di una campagna per l'integrale pedonalizzazione del parco.
5. PROPOSTE SU MODELLO E LOCATION:
- Proponiamo anche che Slow Food faccia un passo avanti verso il superamento del clas-sico modello fieristico-commerciale, concentrato tutto in una vasta area di grande at-trazione multitudinaria. Proponiamo che per il 2018 si elabori un modello che, sempre utilizzando spazi aperti, valorizzi e faccia conoscere tutti i parchi urbani, fluviali e colli-nari, e non solo il Valentino perchè commercialmente è il più appetibile.
- Terra Madre potrebbe mantenere il suo epicentro al Valentino e magari a Torino Espo-sizioni, ma per Slow Food si dovrebbe pensare, a nostro parere, ad es. a diverse aree tematiche, dislocate anche in quartieri periferici da valorizzare e far conoscere. In particolare andrebbero valorizzati i parchi periurbani per le loro connessioni con le aree agricole esistenti a Torino (oltre 2 milioni di mq.) e con i comuni limitrofi, valorizzando le produzioni locali e proponendo il passaggio ad un'agricoltura di qualità anche in prossimità della città. Per esempio si potrebbero organizzare per l'arco di una settimana diversi Farmer's Market in zone come Villaretto, Falchera, Mirafiori e parco Colonnetti, Pellerina etc. Tutto ciò insieme ad una iniziativa pubblica per il rilancio dell'agricoltura periurbana e la salvaguardia dei suoli liberi, riportando in città pezzi di autentica cam-pagna (non certo gli orti modaioli). In buona sostanza, proponiamo una "rete" di inizia-tive che abbiano una ricaduta positiva sulla popolazione e sull’intera città, così da “compattarla” in una dimensione più vasta che abbracci anche le periferie, contribuendo a far crescere tutti i quartieri e a lasciarsi alle spalle i vecchi modelli (“serie A”, “serie B”…) anzichè mettere in atto unicamente una manifestazione di grande impatto, anco-rata ad un modello "usa e getta" senza nessun beneficio per il territorio. Allora sì che Slow Food -con il Salone del Gusto e Terra Madre- attuando scelte buone, pulite e giuste potranno (ancor più) diventare veicoli di vero cambiamento.
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